POSTURA: “DISPOSIZIONE EMOZIONALE” VERSO IL MONDO ESTERNO.
La postura di ciascuno di noi é uno “specchio silenzioso” del nostro stato interiore.
A volte non proprio uno “specchio silenzioso” a causa di turbe interiori o di sofferenze e dolori
Come tale non possono esistere “posture corrette”, giacché non esistono “equilibri statici” degli stati emotivi. Personalità e corpo racchiudono sempre incoerenze, dunque instabilità.
Già di per sé concepimento, gestazione, nascita, rappresentano spesso fonte di disagio, conflitti, dolori.
Tutto ciò, unito alle avversità che poi costelleranno la vita vissuta di ciascuno, determineranno la postura che indossiamo: “l’ombra della vita vissuta”.
Tale “vestito posturale” che scende su di noi come un mantello, assume la forma della “mediazione” fra gli stati emotivi e gli adattamenti posturali dettati da traumi, ferite, malocclusioni, disbiosi, alterazioni recettoriali, etc.
Se dovessimo dare delle priorità al piano emozionale o a quello fisico, dovremmo conoscere esattamente chi rappresenta l’uovo e chi la gallina.
Dal momento che “nulla è per caso” e che sembra che tutto sia legato ad un “disegno divino” o di carattere superiore, dovremmo mettere al primo posto lo stato animico della persona. Per i materialisti invece si parlerà di priorità su un piano fisico.
Di fatto il connubio delle due componenti rappresenta un cocktail di informazioni che piano piano potrebbero essere districate ed acquisire la loro giusta dimensione attraverso un percorso profondo e sapiente.
(D. Raggi)
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