Nella vita moderna, purtroppo, i nostri piedi sono tenuti ben stretti e “protetti” nelle adorate scarpe, costose, morbide e super tecnologiche.
La nostra natura, però, prevede altro.
Il piede ha capacità di adattamento alle superfici che sono straordinarie.
Basti pensare a quando camminiamo sui dei sassolini cosa succede alle dita e alla pianta che si adattano alle varie forme delle pietre.
È vero anche che quando d’estate arriviamo su una spiaggia e camminiamo sui sassolini, dopo un anno di piedi dentro alle nostre adorate scarpe, sembriamo degli zombie.
Molti non riescono neanche a camminare dall’effetto tagliente di alcune pietre o per forme troppo appuntite.
Questo accade perché il nostro piede, l’arto inferiore e la colonna, non sono abituati a queste sollecitazioni e si sono adagiati nelle loro “zone di confort”.
Il problema si pone quando per un qualsiasi motivo quell’articolazione si troverà a dover affronta un imprevisto, ad esempio un marciapiede rotto.
Il piede che ormai è abituato alla regolarità dei pavimenti piani e con scarpe comode non saprà affrontare l’improvvisa situazione di pericolo.
L’articolazione sarà spinta in una direzione “nuova” dalla sua zona di confort e verrà presa alla sprovvista.
Il risultato spesso è una bella distorsione di caviglia che può avere ripercussioni posturali anche molto in alto, fino alla zona cervicale.
Se invece il piede fosse allenato a sentire superfici sempre diverse, quali erba, sassi, sassolini, pietre, rocce, fango, legno, ecc, potrebbe non farsi prendere così facilmente alla sprovvista.
Sarà pronto a reagire velocemente al cambio repentino di superficie perché è allenato a farlo.
Camminare a piede scalzo su superfici diverse può essere molto stimolante per il piede e la postura dell’intero corpo.
Antonio Parolisi DocPosture
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