EMOZIONI…, INTESTINO PIGRO…, POSTURA…
Il nostro corpo, per sopravvivere,
ubbidisce agli stimoli della “natura biologica”:
deve prendere cibo dall’esterno…,
portarlo all’interno di se;
prelevare quanto possibile di buono…,
eliminare poi gli scarti, i veleni, gli eccessi.
L’intestino lo sa fare molto bene:
è proprio un “gran cervello”!
Appena nati, nella primissima infanzia,
si mangia più volte al giorno e come tale,
l’intestino si deve scaricare più volte al giorno…,
quasi rispettando lo stesso numero di pasti.
Quando si cresce, si innescano fenomeni
che sono in grado di disturbare questo ritmo:
vita sociale, obblighi, tempi, lavoro, igiene,
paure, inibizioni, vergogna, ricatti,
conflitti, rabbia, controllo, trattenere,
bisogno di attenzione…
Ed ecco che l’intestino perde il suo
ritmo fisiologico ed inizia a fare i capricci
quali dissenteria…, stitichezza…, irregolarità.
Ciò nonostante non perde e non tradisce
la sua indole e la sua intelligenza
per la sopravvivenza.
Infatti, se interrompiamo il nutrimento
sia nel bambino che nell’adulto attraverso
un digiuno, scopriamo un fenomeno curioso:
l’intestino, anche se contiene ancora
abbondanti quantità di “cibo”…, di “scarti”,
riduce o “interrompe” le evacuazioni.
Per il timore di non avere di che vivere,
per la paura di morire, inizia a trattenere
ciò che normalmente eliminerebbe
(per tossicità o per scarso valore nutrizionale).
Lo fa per “paura”.., per precauzione…,
per sopravvivere alla minaccia, alla carestia.
È disposto a “cercare in mezzo agli scarti”…,
pur di “non morire”, esattamente come fanno
quelle persone che, per fattori economico/sociali,
sono costrette a cercare cibo fra i rifiuti.
I fenomeni si sovrappongono
perché il principio è simile.
Anche lo stress legato a “paura di non poter
avere un lavoro”…, “paura di non farcela”…,
“paura di non poter avere”…, “paura di essere
da meno”…, “paura di essere inferiore”…,
“paura di essere meno forte”…, etc.,
ha il potere di modificare le funzioni dell’intestino.
Tali emozioni modificano tutto l’assetto
della “cascata ormonale limbica”
e dunque anche l’assetto “tonico-posturale”.
Ecco perché i trattamenti posturo-viscero-emozionali devono essere ampiamente considerati nei trattamenti posturali.
(D. Raggi)
Lascia un commento