Un trauma ad un’articolazione ti mette in condizione di difesa nei confronti della zona infortunata.
Il tuo cervello cerca di evitare quei movimenti al fine di non provocare dolore.
Se per esempio hai una distorsione ad una caviglia inizierai a cambiare il normale modo di camminare.
Zoppicare sarà un nuovo meccanismo, provvisorio, per spostarti a piedi.
Tuttavia questo ha un costo che è quello di far lavorare più del dovuto altre parti corporee.
In questo esempio la bassa schiena e la zona del bacino dal lato opposto alla caviglia infortunata lavoreranno più del dovuto.
Se la condizione persiste questo modo provvisorio diventa un’abitudine.
Anche quando il dolore non c’è più il modo di camminare è cambiato anche se ormai non te ne accorgi più e non zoppichi palesemente.
È come bucare una gomma dell’auto ed usare il ruotino di scorta per arrivare dal gommista.
Alla fine per pigrizia finisci per circolare settimane intere sempre con il ruotino di emergenza invece di cambiare la gomma.
Il recupero del vecchio schema di movimento fisiologico deve essere ripristinato e rieducato appena possibile per tornare in condizioni di equilibrio posturale e funzionale.
L’eliminazione di disfunzioni in quella caviglia ed il recupero della funzione motoria ripristineranno la condizione fisiologica prima che diventi un effetto scatenante per un disagio o infortunio in altre zone del corpo anche molto distanti.
Non puoi fare dei viaggi lunghi in autostrada col il ruotino di scorta, devi rimettere la sua gomma originale!
Specie nel dolore cronico il più delle volte bisogna partire dalla rieducazione di schemi motori di base che per tempo hai “dimenticato”.
Anche se per te ormai sembra normale non lo è più e questi meccanismi alterati condizionano il tuo muoverti in modo fisiologico e libero da compensi.
Bisogna partire dalle basi del movimento.
Antonio Parolisi DocPosture
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